Il gas Radon (Rn) è un gas inerte (inodore e incolore) e radioattivo, prodotto dal decadimento del radio, a sua volta prodotto da decadimenti successivi dell’uranio, presente in quantità diverse in tutta la crosta terrestre.
Il suo isotopo più diffuso è il 222Rn che decade nel giro di pochi giorni (dimezza la sua concentrazione in 3.8 giorni), emettendo radiazioni ionizzanti di tipo alfa e formando i cosiddetti prodotti di decadimento del Radon o figli del Radon, tra cui il 218Po e il 214Po che emettono anch’essi radiazioni alfa.
Il gas Radon si trova in ogni terreno e roccia, sia pur in quantità molto diverse in relazione alle caratteristiche del terreno, come ad esempio la concentrazione di uranio, la permeabilità, la presenza eventuale di fratture, faglie, ecc. Più il sottosuolo è permeabile, più è facile che il radon riesca ad arrivare fino in superficie.
L’unità di misura della concentrazione di gas Radon, secondo il Sistema di Unità Internazionale (SI) è espressa in Becquerel per metro cubo (Bq/m3), dove il Becquerel indica il numero di disintegrazioni al secondo di una sostanza radioattiva.
La concentrazione di Radon all’aperto non supera le poche decine di Bq/m3, mentre negli ambienti chiusi, soprattutto in locali a contatto con il terreno, il radon può concentrarsi raggiungendo valori anche molto elevate in caso di ridotto ricambio d’aria. Il radon penetra negli edifici attraverso crepe, fessure o punti aperti delle fondamenta. Le abitazioni nei seminterrati o al pianterreno sono particolarmente interessate dal fenomeno.
Pur essendo il suolo la principale sorgente del Radon che si trova nell’aria interna degli edifici, anche diversi materiali edili ricavati da rocce o terreni – ad es. quelli ricavati da rocce vulcaniche – sono sorgenti di gas Radon, ma il loro contributo alla sua concentrazione nei luoghi chiusi è generalmente inferiore. Anche l’acqua proveniente da pozzi può costituire un’ulteriore sorgente di Radon.
(Fonte: Istituto Superiore di Sanità)